domenica 28 dicembre 2014

Nozze lampo con truffa

(Prima di proseguire vi consiglio di leggere QUI la prima puntata di questa storia. Per chi ha fretta ecco un breve riassunto: nel 1943, poco prima di Natale, una vecchia rivela a un soldato umbro che la donna sassarese che sta per sposare è ancora formalmente unita in matrimonio a un altro uomo. Il milite la prende male e annulla le nozze. Prima di andare via dimentica di portare con sé i certificati fatti arrivare dal Continente).


La megera - che ha il cervello veloce come la calcolatrice meccanica del grossista di via Coppino – di fronte ai documenti lasciati dal soldato ha un’idea: con quel rapido addio, la donna ha perso la possibilità di usufruire dei sussidi dovuti alle mogli dei militari: figlia mia perché non celebri comunque il matrimonio e così ci dividiamo quei bigliettoni mensili? La promessa sposa è scossa ma coglie il messaggio, d'altronde ci sono quattro figli da sfamare. Il progetto richiede diverse forzature, intanto perché qualcuno deve impersonare il fante di Orvieto, poi perché la donna deve attuare il famoso stratagemma e infine perché bisogna fare le cose in fretta. 

Il primo problema è risolto: un altro soldato continentale si presta a entrare nella parte e procura anche i due testimoni: in Sardegna ci sono migliaia di militi sbandati, l'anagrafe è nel caos ed è impossibile fare verifiche; il secondo ostacolo - il fatto che lei sia già sposata - è superabile perché la donna chiede i documenti al Comune a nome di una sorella nubile; infine ottiene da un medico compiacente un certificato dal quale risulta in imminente pericolo di vita, in modo da giustificare l’urgenza.

C’è tutto, ora si può andare dal parroco che, impegnato nei preparativi natalizi, celebra le nozze all’istante. Le due truffatrici hanno vinto, possono dividersi il sussidio. Ma il cuore, appena sopra lo stomaco affamato, batte ancora. L’orgoglio e la speranza di riacciuffare quel giovane e ingenuo amore, inducono la donna a compiere un errore fatale. Va dal soldatino per sbattergli in faccia il certificato di matrimonio: siamo sposati, perdonami e ricominciamo come se nulla fosse accaduto. Lui si indigna, va prima dal parroco - che rimane basito - e insieme si rivolgono alla Questura. La sposa, la vecchia megera, il medico e i due testimoni vengono arrestati. Il finto sposo si dilegua per tempo, tanto nessuno sa il suo vero nome. 

La storia finisce sul giornale con un titolo che è un invito a lasciar perdere le altre notizie: “Un matrimonio da operetta, cronaca incredibile”. L'anonimo giornalista, probabilmente il grande Aldo Cesaraccio, si diverte da morire e chiude il pezzo in modo spietato: “Il banchetto nuziale, com’è logico, avrà avuto luogo a San Sebastiano…”.

martedì 23 dicembre 2014

Storiaccia di Natale

Nella parte alta del centro storico di Sassari c'è una piazzetta poco battuta che nel 1943, alla vigilia di Natale, fu teatro di un imbroglio macchinoso e sensazionale che fece chiacchierare l'intera città. Anche se la guerra qui faceva meno male, c'era bisogno di notizie allegre e quel 24 dicembre i sassaresi andarono alla messa di mezzanotte rasserenati non dalla nascita del bambinello ma dallo spassoso colonnino di cronaca letto la mattina. Questa storia sarebbe perfetta come commedia in vernacolo anche perché presenta tutti i caratteri giusti: la vecchia megera brutta e antipatica, il soldatino continentale sprovveduto, la popolana bella e avvenente. Ecco la trama.



Un'anziana possiede una casupola in una corte polverosa. Per 700 lire al mese mette il suo appartamento a disposizione di una coppia di amanti. Lui è un soldato di Orvieto e ha vent’anni, lei è sassarese e ne ha nove di più: non è proprio una giovincella. I due si amano appassionatamente e da alcuni mesi si vedono solo in quell’improbabile e ammuffito nido d’amore. Finché il milite decide il gran passo e chiede alla donna di sposarlo. Lei si commuove, acconsente e tutto fila liscio, anche perché lui ha già ottenuto i certificati necessari, un miracolo considerato il momento storico.


Ma se questa fosse una storia d'amore normale non sarebbe finita sul giornale. Con le nozze imminenti, infatti, la vecchiaccia teme di perdere gli inquilini e con loro l’entrata fissa. Allora gioca l'asso che ha sempre nascosto tra le pieghe cienciose del suo abito nero. Chiama il soldatino, lo fa sedere e gli alita la terribile verità: la tua promessa sposa ha già portato la fede al dito, ha la bellezza di quattro figli, ora è separata. Ragazzo, formalmente sarebbe bigamia.

E certo - direte voi - può succedere anche nel 1943 che una persona quasi trentenne abbia i suoi scheletri nel letto. Il soldatino umbro la prende male. Affronta l’amante – perché non me l’avevi detto? - e la saluta per sempre. Lei gli spiega che con uno stratagemma potrebbero comunque sposarsi. Argomenti inutili. Disperato e scoraggiato si lascia la storia alle spalle, talmente in fretta che dimentica nell’appartamento i documenti che si era fatto spedire dal Continente per celebrare il matrimonio. Un grave errore.
(1 - continua QUI)