tag:blogger.com,1999:blog-769544593549504027.post3380955451425666975..comments2023-11-29T18:25:40.481+01:00Comments on Sassari in soffitta: Cavalcata sarda, Sassari debutta in societàPietro Masalahttp://www.blogger.com/profile/12001448925787116762noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-769544593549504027.post-33666877078431071442013-05-18T21:17:02.180+02:002013-05-18T21:17:02.180+02:00Mi chiedo cosa avrei capito solo un anno fa, se av...Mi chiedo cosa avrei capito solo un anno fa, se avessi letto allora questo bellissimo scritto. La mia visione continentale e incolta della sua splendida Isola avrebbe di certo dato la più coerente espressione di sé. Allora non sapevo niente di Sassari e la Cavalcata sarda era per me la massima espressione culturale di questa città. Nemmeno la mia fortissima antipatia verso i savoia sarebbe servita a farmi notare il tono spocchioso dell'articolo: vi si decanta l'omologazione, l'adeguamento a norme civili istituite da cotanta società ignobile, zoticona, già perfettamente "italiana", e piccola. Ora invece leggendo questo suo articolo, scorrendo le atroci panzane degli "osservatori nazionali" del tempo, vedo perfettamente l'assurdo controsenso, sento lo stridente contrasto fra la grassa ignoranza e la Cultura; immagino signore ondeggianti su tacchi a rocchetto voltare le spalle alla piana del Castello decretando l'invisibilità di un patrimonio prezioso che paradossalmente solo la seconda guerra sottrasse all'oblio perenne. Immagino eleganti signori dalle code svolazzanti sorridere benevoli alle più elevate personalità sassaresi come si fa con i bambini, quando cercano un riconoscimento ad un compito eseguito per bene. Eppure, da cittadina del mondo che sa di possedere suo malgrado imprinting marcati di continentalità, credo che sia stata proprio la nostra ignoranza a salvare le testimonianze storiche e culturali della Sardegna. Sassari, ad esempio, vista da qui adesso è una città davvero simile alle tante sparse sui colli toscani, città d'arte, città in cui la storia ha lasciato eredità indelebili. Però a differenza di Siena, di San Gimignano, di Firenze stessa, che hanno fatto e fanno dei loro periodi storici più illuminati la loro economia, Sassari ha saputo fare qualcosa che in Italia non ha precedenti: ha reso la propria storia organica, vera, semplicemente inglobandola nel vivere quotidiano. Così tanto che quasi l'ha data per scontata, ma non l'ha mai distrutta né dimenticata, malgrado il paziente lavoro di educazione all'autolesionismo svolto negli ultimi secoli dai governi stranieri. Per me che posso solo scoprirla e ammirarla "da fuori", Sassari è descritta molto bene dal cartello giallo che spicca, sebbene minuto e quasi esile, all'inizio di via Canopolo, all'angolo con la Platha: indica che poco più dentro via Canopolo c'è una casa in stile gotico catalano. Una casa. In una via che è la stessa da secoli e cui si arriva da una strada larga che percorre la città come una spina dorsale, o come il passaggio centrale di un castello molto antico, più grande di quello Aragonese. Milioni di passi hanno percorso la Platha e svoltato verso la casa gotico - catalana, e ancora lo fanno. Non ci sono biglietterie alle porte della città, che ancora sono visibili in aperture che non potranno mai essere chiuse, non ci sono custodi, se non i sassaresi stessi, che non ti dicono cosa c'è nelle sale di questo castello gigantesco, ma ti invitano ad entrare, a cercare, a scorgere e capire. Tratto culturale troppo sottile, troppo raffinato per la corte di un nano sopra un piedistallo.<br />Perdoni la passione.<br />Un saluto<br />redhttps://www.blogger.com/profile/07303692866853874245noreply@blogger.com