(Per chi non lo ha ancora fatto, prima di andare avanti suggerisco di leggere la prima puntata di questa storia. Altrimenti ecco il riassunto: in via Canopolo, sotto Palazzo Ducale, il 2 febbraio del 1906 una donna irrompe su un corteo nuziale per pugnalare alle spalle il giovane Vincenzo Ruiu che sta per sposarsi).
Anche se è stata scattata 15 anni dopo la nostra storia, ne approfitto per pubblicare la foto del matrimonio dei miei bisnonni Solinas in piazza del Comune |
Mentre Vincenzo Ruiu giace tra la vita e la morte sul tavolo operatorio dell’ospedale civile, la donna col pugnale fornisce piena e consapevole confessione. Come una sonnambula che si risveglia spaesata, come una fresca vedova che realizza di essere la causa del vestito a lutto. Forse a placare la sua furia è stato il passaggio come in tranche aggrappata alle guardie tra due ali di folla: quegli sguardi sbalorditi e carichi d’odio l’hanno restituita alla realtà.
Con la polizia rivive gli ultimi due anni della sua vita. Si chiama Lauretta Delogu, ha vent’anni e abita in via Guascone Capra, uno dei pettini di Sant’Apollinare verso corso Vico. Racconta una storia vecchia come il mondo: “Vincenzo Ruiu mi fece sua fin dal Natale del 1904. Mi ha tenuto con sé con promesse continue, sfogando su di me tutte le sue brame”. Lauretta parla e piange. “Poi, quando si è stancato, mi ha mandato via come un cane rognoso”. Il rapporto, vissuto tutto nell’ombra, finisce a metà gennaio quando Ruiu le confessa, supportato dalla madre, di essersi infilato in un brutto pasticcio con un’altra donna: “La sposerò per finta, Lauretta tu rimani il mio unico vero amore”.
La situazione precipita il primo febbraio, quando la giovane amante abbandonata scopre che il giorno dopo il suo Vincenzo si sposerà per davvero. Lauretta chiama un’amica e in preda a una vampata incontenibile di rabbia pianifica la vendetta. Prende un coltello da cucina, con un mattone e una pietra pomice lo arrota trasformandolo in uno stiletto micidiale. Prova a immaginare il percorso del corteo nuziale e va a nascondersi nell’ingresso di un palazzo di via Canopolo, a un passo dalla meta, che assaporino il gusto della festa prima di piangere. Tutto va come previsto: mentre estrae il pugnale dalla schiena dell’amato, Lauretta vede la rivale crollare a terra svenuta per lo choc. Lei e il suo pancione.
Una sola cosa, fondamentale, va storta. Al termine dell’operazione Ruiu versa in condizioni disperate, eppure chiede con un filo di voce che le nozze vengano celebrate lo stesso: questo matrimonio s’ha da fare. (2 - continua qui)
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