domenica 21 aprile 2013

Un'americana a Sassari (L'anno delle Ombre - 5)


Shirley Slade, una recluta delle WASP, da Wikipedia.


Prima del cappello texano di J.R., prima dell'Allegria! di Mike Bongiorno, prima del rock'n'roll di Elvis Presley, Sassari conosce nel 1944 una sbandata collettiva verso un'attrazione a stelle e strisce. Siamo in estate, la guerra prosegue oltremare e dalle nostre parti ci si concentra sui crampi della fame e i sugli asfissianti ritmi del razionamento. Come capita a volte nei tempi di paura e insicurezza ci si aggrappa alle promesse. Di un futuro migliore, certo, ma anche di un piccolo ristoro. Basta assaporare il desiderio di una distrazione per abbassare le difese.

L’illusione arriva avvolta in un corpo esile, l’aria bizzarra e una storia suggestiva da raccontare. Si chiama Johnny E. King e si presenta come un’aviatrice americana figlia di genitori sardi. In realtà si chiama Giovanna, è una ragazzina dell'Oristanese con un marcato accento campidanese. Ma tutte queste cose i sassaresi le scopriranno solo alla fine, quando si risveglieranno come da un miraggio. Un gigantesco abbaglio che porterà a un processo imbarazzante più per le vittime che per la truffatrice. 

L’americana arriva in città all’inizio dell’estate con piglio sbarazzino e simpatico. Recita il suo copione, mostra documenti d’identità falsi, e uno vero ma rubato: un modulo dattiloscritto rilasciato dalla Missione alleata per avere vitto e alloggio come tenente. La giovane si è appropriata anche del cliché del buon americano. Regala caramelle, cioccolati e qualche sigaretta. Promette, dietro un sostanzioso anticipo in denaro, di portare rifornimenti ben più sostanziosi anche di sapone, dentifricio, profumi, caffè, zucchero, vestiario e altri generi introvabili. C’è chi le consegna 7mila lire, chi 4mila, chi 2.500. Un noto commerciante gliene affida 3mila da trasformare in sigarette. In qualche caso l’inganno si fa più odioso e Giovanna raccoglie anche lettere per prigionieri di guerra. L’elenco dei truffati è ben più lungo di quello delle parti lese che avranno il coraggio di presentarsi in tribunale. Lei raccoglie tutto, sorride a dà appuntamento al più presto. 

Il giochino salta perché c’è qualcuno che si insospettisce. E’ la signora Careddu, proprietaria dell’appartamento in via Carlo Alberto dove alloggia l’aviatrice. La donna ha qualche dubbio sull’identità di Johnny e decide di seguirla, e quando vede che non si reca alla Gil dove ha sede il comando alleato e non ha contatti col mondo militare, si rivolge ai carabinieri. La ragazza viene arrestata e improvvisamente tutti riconoscono che quell’accento esotico non è anglosassone, che non è bionda e che nel complesso ha un’aria familiare. Il quotidiano locale sbertuccia qualcuna delle sue vittime. Giovanna viene condannata a due anni di reclusione e 2mila lire di multa. I creduloni vengono condannati alla derisione generale. In tempi di crisi queste vicende tirano su il morale.

1 commento:

  1. Buongiorno, sono una ligure che gira per Sassari da un po', senza averci mai messo piede (per ora). Nei brevi intervalli fra lo stupore per una meraviglia architettonica e quello per una traccia della Storia incredibile di questa città, mi ripeto sempre che sarebbe una fortuna visitare Sassari percorrendo il suo centro storico di soffitta in soffitta. Ho immaginato tante volte di scendere da Piazza Castello fino al Campu di Carra passando per le case! Penso possa bastare questa immagine per esprimere tutto l'entusiasmo che questo suo archivio mi procura! Ho davvero la sensazione di essere entrata in uno spazio segreto come solo una soffitta può essere, ma accolta da qualcuno che ha della propria storia una considerazione così alta da volerla mostrare e condividere: mi piace moltissimo il suo modo di raccontare i fatti, di cucirli assieme ai luoghi e ai caratteri delle persone; è come se tenesse le fotografie fra le mani e spiegasse sommessamente di cosa parlano, avendo cura di aiutare chi ascolta a sentirsi in quei luoghi, in quel tempo...non so se troverò altre soffitte per cui viaggiare in Sassari, ma di certo da qui si va molto lontano. Grazie dal profondo del cuore per questa porta aperta, entrerò con grande curiosità e piacere. Un saluto

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