Nella parte
alta del centro storico di Sassari c'è una piazzetta poco battuta che nel 1943, alla vigilia di Natale, fu teatro di un imbroglio macchinoso e sensazionale
che fece chiacchierare l'intera città. Anche se la guerra qui faceva meno male, c'era bisogno di notizie allegre e quel
24 dicembre i sassaresi andarono alla messa di mezzanotte rasserenati non dalla
nascita del bambinello ma dallo spassoso colonnino di cronaca letto la mattina. Questa storia sarebbe perfetta come commedia in vernacolo anche perché presenta tutti i caratteri giusti: la vecchia megera brutta e antipatica, il soldatino continentale sprovveduto, la popolana bella e avvenente. Ecco la trama.
Un'anziana possiede una casupola in una corte polverosa. Per 700 lire
al mese mette il suo appartamento a disposizione di una coppia di amanti. Lui è
un soldato di Orvieto e ha vent’anni, lei è sassarese e ne ha nove di più: non è proprio una giovincella. I due si amano appassionatamente e da
alcuni mesi si vedono solo in quell’improbabile e ammuffito nido d’amore.
Finché il milite decide il gran passo e chiede alla donna di sposarlo. Lei si
commuove, acconsente e tutto fila liscio, anche perché lui ha già ottenuto i
certificati necessari, un miracolo considerato il momento storico.
Ma se questa
fosse una storia d'amore normale non sarebbe finita sul giornale. Con le nozze
imminenti, infatti, la vecchiaccia teme di perdere gli inquilini e con loro l’entrata
fissa. Allora gioca l'asso che ha sempre nascosto tra le pieghe
cienciose del suo abito nero. Chiama il soldatino, lo fa sedere e gli alita la
terribile verità: la tua promessa sposa ha già portato la fede al dito, ha la
bellezza di quattro figli, ora è separata. Ragazzo, formalmente sarebbe
bigamia.
E certo -
direte voi - può succedere anche nel 1943 che una persona quasi trentenne abbia i suoi scheletri nel
letto. Il soldatino umbro la prende male. Affronta l’amante – perché non me
l’avevi detto? - e la saluta per sempre. Lei gli spiega che con uno stratagemma
potrebbero comunque sposarsi. Argomenti inutili. Disperato e scoraggiato
si lascia la storia alle spalle, talmente in fretta che dimentica
nell’appartamento i documenti che si era fatto spedire dal Continente per
celebrare il matrimonio. Un grave errore.
(1 - continua QUI)
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