venerdì 22 febbraio 2013

Polemica sulle cabine elettorali

Messaggio elettorale del 1948

Nelle prime elezioni libere dopo il Fascismo (le comunali dell’aprile del 1946) a Sassari si riuscì a litigare sull'appalto per la costruzione delle cabine elettorali. Il caso fu sollevato dalla categoria dei falegnami: perché la realizzazione dei seggi è stata affidata ad artigiani di Cagliari? La giunta tecnica che aveva traghettato la città dal Ventennio alla Liberazione rispose: perché qui nessuno ha il legname adatto e poi dal Capo di sotto hanno proposto un prezzo stracciato, 7.500 lire a pezzo, la metà di quello che avremmo pagato dalle nostre parti.
La spiegazione non convinse la cooperativa "Clemente Enrico di Bernardo" che rispose per le rime: abbiamo trenta dipendenti fissi e siamo stati in grado di fornire le cabine elettorali al comune di Sorso al prezzo di 2.800 lire a seggio, speriamo che il nuovo Consiglio comunale sia più sensibile e non dimentichi i produttori locali. Alla protesta si associò l’Associazione degli industriali che manifestò gli stessi auspici.
Quanto sembrano attuali questi malumori su presunti sprechi e outsourcing.

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