mercoledì 6 marzo 2013

Il sassarese che dichiarò guerra a Capitan Uncino




Come rendere Sassari interessante per chi, come me, ha un figlio ossessionato da Capitan Uncino. Per prima cosa suggerisco di ricordare che la nostra ridente città deve la sua esistenza proprio alle incursioni piratesche. Oggi sappiamo che non è esattamente così, ma ci piace pensare che a un certo punto i portotorresi, stanchi di sussultare alla vista di ogni nave che doppiava Punta Scorno, abbiano preferito i rassicuranti oliveti tra l’Eba giara e Silki. 

Se poi uscite a passeggio per il centro con vostro figlio, passate assolutamente in piazza Azuni. Al centro dell’area triangolare - una sorta di barca con la prua orientata verso il Golfo dell’Asinara - svetta la statua del più acerrimo nemico dei pirati mai nato nella nostra città. Il titolare del «liceo dei presidenti», il giurista che scrisse per Napoleone il Codice marittimo, nel 1816 pubblicò un durissimo trattato contro la pirateria che oggi si può leggere su Sardegna digital library. Azuni era molto preoccupato per un fenomeno che ancora in quegli anni allarmava gli abitanti delle coste isolane. I cosiddetti pirati barbareschi, principalmente tunisini, avevano da poco assaltato Orosei e fatto 150 schiavi a S.Antioco. 
Il giurista, famoso per il metodo moderno con cui riuscì ad armonizzare le diverse leggi nazionali che regolavano la navigazione, propose una ricetta semplice semplice: «un accordo tra le nazioni per portare la guerra nel cuore degli stati barbareschi», una sorta di coalizione di volenterosi ante litteram contro gli stati canaglia. Azuni usò parole durissime per descrivere l’infame mestiere che impediva la libera fruizione del mare: «Pirata essendo un che corre i mari senza incarico o consenso alcuno di autorità costituita, nel solo intento di assalire ed impadronirsi con la forza di tutte le navi che incontra sul mare, la pirateria venne ovunque assimilata all'assassino. La pirateria è meritevole dell’odio dei popoli». Anche grazie al libro, alcuni Stati come la Francia intensificarono la repressione contro i barbareschi e nel giro di qualche anno il fenomeno venne fortemente ridimensionato. Capitan Uncino fu fermato da un sassarese.
Suggerirei poi di andare nella zona di corso Vico, nella via intitolata a Francesco Cano, il concittadino che nel 1527 respinse 400 turchi dall’Asinara. Ma questa è un’altra storia.

Il link del volume "Intorno alla pirateria":  http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&id=214536


Pasticcieri familiari per il pirata di casa

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